mercoledì 13 febbraio 2019

La stramba vita di Benny




1. Tic Tac! E' tardi

<< Signorina, si svegli! Questa è l'ultima fermata.>>
La grossa mano che mi picchiettava delicatamente sulle spalle era quella del capotreno. Ancora una volta mi ero addormentata mentre ero in viaggio di ritorno da scuola.
Spalancai gli occhi e saltai dal mio posto. In preda al panico mi guardai intorno, non c'era anima viva nel convoglio.
Avevo la bocca impastata... che figuraccia! Avrò dormito di nuovo con la bocca aperta. Velocemente mi guardai al finestrino per controllare che non avessi la bavetta alla bocca, ma il vetro era talmente sporco che a stento riuscì a vedere la mia immagine riflessa.
<< Mi scusi, questa è davvero l'ultima fermata? >> Urlai al capo treno mentre stava per chiudere le porte della sala macchine.
L' uomo un po' seccato mi rispose con un cenno della testa. Sulla banchina ormai vuota, rovistai frettolosamente nello zaino. Tra i libri di filosofia, un panino mangiucchiato, le cuffiette con mille mila nodi e i tantissimi fazzoletti utilizzati e appallottolati, trovai il mio smartphone.
Segnava le 15:45!!! Questo vuol dire che sono rimasta allo stazionamento per circa quindici minuti a sonnecchiare.
<<...Cavolo! Ho fatto di nuovo tardi...>>

Ciao mi chiamo Benedetta,
ho 16 anni e sono una studentessa del terzo anno di liceo classico. Vivo insieme alla mia mamma, il mio dolce fratellino Luigi di 7 anni, la stramba nonna Adele e Mafalda un gattone dal pelo rosso; proprio come i miei capelli.
Vi starete domandando di mio padre? Beh... penso che neanche si ricordi che ha due figli.
Un giorno, quando eravamo piccoli, prese la sua chitarra e andò via di casa tra le urla e i lanci di piatti di mia madre; il tutto mentre mia nonna seduta nella posizione del loto meditava. Oh, non si è mossa di un millimetro!
Eppure le urla e il rumore dei piatti che si infrangevano li ricordo benissimo, ancora oggi... anche il pianto del mio fratellino che avevo tra le braccia. Si, ahahaha siamo una famiglia di matti.
Ma infondo, come dice la nonna: << La famiglia ha raggiunto l'equilibrio perfetto!>>
Particolari sulla mia vita?? Vi basta sapere quello che sto per combinare...”

  1. Benedetta combina guai.


<<...Cavolo! Ho fatto di nuovo tardi...>>
Salì le 4 rampe di scale a due scalini alla volta per recuperare tempo, non accorgendomi che c'erano le scale mobili. Stupida testona!
Arrivai in superficie, mi piegaj sulle ginocchia e respirai a fondo. Rovistai di nuovo nello zaino alla disperata ricerca di un fazzoletto pulito per asciugarmi la fronte.
<< Ma proprio oggi doveva esserci un sole che spacca le pietre?!? Arghhh>> sbraitai imprecando e dando calci a un palo della piazza.
Ma dal nulla una mano dal colorito olivastro mi porse un intero pacchetto di fazzoletti.
<<Benny!! scommetto che li hai finiti tutti.>> disse ridacchiando e togliendomi dalle mani lo zaino pesantissimo.
La guardai con lo sguardo perso ma felice di vederla, stavo per abbracciarla e gettarmi stanca tra le sue braccia quando lei mi stoppò con un gesto della mano e facendo un passo indietro.
<< Hey! Sei tutta sudata amica mia, ricomponiti... puzzi un po'. Ma ti sei appena svegliata? Che sono quei capelli?>> ridacchiò ancora.


Ammiravo la grazia di Soraya, sapeva essere impeccabile e avere sempre i lunghi capelli neri corvino in ordine. Quel pomeriggio li aveva intrecciati accuratamente a spina di pesce e il suo viso non aveva un filo di trucco, ma il suo sorriso era incredibilmente radioso; insomma la sua origine indiana mi metteva quasi soggezione visto il mio pallido colorito e il misero tentativo di truccarmi per sembrare più carina. Mi rimproverava sempre di essere molto sbadata, in particolare dell'eyeliner sempre sciolto e dello smalto mangiucchiato.
Sono sicura che se fossimo andate alla stessa scuola, lei sarebbe di sicuro la mia seconda mamma pronta a redarguirmi. Quando scelse di frequentare il liceo scientifico, ci rimasi molto male. Non ero ancora pronta a staccarmi da lei e ad affrontare da sola il percorso scolastico, avevo anche optato di seguirla, poi per fortuna ho fatto la scelta giusta... perché non sono una cima in materie scientifiche e non sono così razionale e precisa.

<< Uffa! Scusa il ritardo. Dai forza forse riusciamo ancora a fare la fila per farci firmare il nuovo album di Jass Collins. >> le presi la mano e la trascinai in libreria.

Aspettavamo da mesi l'arrivo del nostro cantante preferito, quando eravamo più piccine cercavamo di imitarlo allo specchio con in mano due telecomandi utilizzati come fossero due microfoni e in sottofondo il cellulare che suonava la nostra canzone preferita. Ballavamo e cantavamo per molte ore, fino a che non crollavamo.
Una volta il padre di Soraya, stufo di ascoltare la stessa canzone, venne in stanza e ci propose di andare con lui al Luna Park. Diciamo che il compromesso fu più che accettabile! Mangiammo popcorn e zucchero filato e facemmo un giro su tutte le attrazioni.


A un miglio di distanza potevamo scorgere la calca di persone in fila per il firmacopie. I buttafuori cercavano di contenere la massa di ragazzine che provavano a intrufolarsi e rubare uno scatto più ravvicinato. Le transenne poste all'ingresso secondario della libreria stavano diventando roventi e ancor di più lo erano le fan in attesa da più di un'ora.
Fortunatamente, riuscimmo a conquistarci il posto d'onore davanti a tutto. Non vi dico che faticaccia! Mentre io spintonavo e maledicevo chiunque, Soraya chiedeva scusa e diceva che ero matta. Il Bodyguard dall'altra parte della transenna già ci aveva adocchiate e inutile dire che per tutto il tempo ci fissava in cagnesco e trasmetteva chissà a chi, di non potersi muovere da quella postazione.

<<Benny! Non è che stai esagerando un pochino? Potevamo chiedere una foto a Jass anche all'interno.>> rispose guardandosi attorno sperando che nessuno replicasse.

<<Ma ti pare!?!Da qui posso fare tutte le foto e video che voglio quando tra poco uscirà per salutare le fan>> ribattei risoluta.

D'un tratto le porte si aprirono e Jass uscì, era bello più che mai! Salutava le fan e scattava con loro i selfie.
Io e Soraya rimanemmo imbambolate, a bocca aperta lo guardavamo baciare sulla guancia la miriade di ragazzine, nel frattempo i buttafuori facevano quello che potevano per fermare e liberare il cantante dalle teenagers scatenate che si avvinghiavano al suo collo.
Quando si tolse gli occhiali da sole, vidi i suoi occhioni azzurri come il mare...mi ci sarei tuffata dentro. Le foto che dovevo scattare? Inutile, me le dimenticai totalmente per quanto era bello. Mi stavo sciogliendo e poco ci mancava che mi raccogliessero con il cucchiaino.
Ma qualcosa stava per andare storto, tutta questa gioia improvvisa non l'avevo mai avuta. Infatti, mancava poco che si avvicinasse a noi quando...


Una ragazza che era tre file dietro di me si precipitò come una furia davanti alle transenne non curandosi degli altri, mi prese per la spalla e strattonandomi passò davanti a me. Aveva tantissimi capelli biondi e ricci, talmente tanti da offuscarmi la vista e da trovarmeli in bocca. In quei dieci secondi in cui fui completamene intontita, lei riuscì a scattarsi il selfie con Jass.
Anche Soraya fu allontanata, e mi resto accanto assicurandosi che stessi bene e tentando di calmare la mia ira che di li a poco sarebbe scoppiata, ero furiosa.

<<Hey! Ma ti sembra questo il modo?>> le urlai contro.

La biondina si girò e con aria di sfida replicò in modo altezzoso: << Cosa vuoi sgorbio?! Ti rifarai al firma-copie... sempre se riuscirai a raggiungere Jass>>

Accanto a lei c'erano due ragazzi alti, con il fisico atletico. Uno di loro la teneva per mano, sicuramente era il suo ragazzo. Occhi verdi, capelli castani spettinati e sguardo serio, sembrava volesse fulminarmi, inoltre aveva nell'altra mano un borsone da palestra . L'altro invece era biondo occhi castani, un tipino molto alla moda, indossava una camicia bianca a mezze maniche, occhiali da sole e pantaloni blu firmati; anche lui con lo stesso borsone.

Il bodyguard stava rimosse una transenna per permettere alle fan di entrare in libreria, e mentre la malefica coetanea riccioluta si allontanò con il ragazzo, il tipino alla moda ridendo ci disse:
<<Ci si becca dentro, ranocchiette!>>

Non ho mai Soraya arrabbiarsi, ma quel giorno il suo sguardo si trasformò e incredula e agitata replicò:
<<Hai sentito cosa ha detto quel tronco d'albero? Ci ha chiamate ranocchiette!!! Questo è troppo, ma chi si crede di essere, che sbruffone!>>

Stufa risposi: <<Soraya, lascia stare non ti preoccupare, io sto bene. Non li pensare, entriamo anche noi e se saremo fortunate riusciremo a strappare un autografo>>

Non mi sarei arresa così facilmente erano mesi, anzi anni, che aspettavamo di incontrare il nostro idolo e di certo non ci saremmo fatte rovinare la giornata da tre sbruffoni.
Ci mettemmo in fila, e aspettammo il nostro turno. Per fortuna i tre si trovavano 15 persone avanti a noi ma di tanto in tanto sentivo lo sguardo malefico del ragazzo di lei fissarmi, mi infastidiva ma cercavo di ignorarlo.
Dopo una miriade di persone e circa un'ora e più di fila, riuscimmo a salutare Jass che era seduto alla sua postazione allestita di foto dei suoi concerti e di pupazzi regalati dalle fan. Fu gentile, non rifiutò di fare un selfie con noi, di firmare il cd, e anche noi ricevemmo il bacio.
*Diiiin Dooon* Sento le campaneeeeeeEEE!!!

Quando uscimmo dalla libreria eravamo su di giri, ridevamo e ci abbracciavamo come matte. Non ero contenta di come era venuta la foto, avevo un sorriso orribile ed era un po sfocata ma fu colpa mia; ero troppo emozionata e mi tremavano le mani.
Non importa! Almeno avevo concluso questa lunga giornataccia nel migliore dei modi: L'incontro con Jass e un gelato panna e cioccolato con la mia migliore amica.

3. Il bacio perduto

Luce soffusa e musica romantica di sottofondo, nei nostri piatti sono disposti a fila indiana quattro pezzi di Sashimi decorati da un filo di aceto balsamico. Nell'aria c'è profumo di candele misto a salsa di soia.Il cameriere, nella sua mise molto sofisticata, ci serve dell'ottimo champagne dal gusto fruttato. Non resisto ho voglia di assaggiarlo!Così porto il calice affusolato alla bocca, quando...
<< ... Aspetta!Prima un brindisi>> Una voce mi sussurrò dolcemente.
Lemie guance diventano rosse e il cuore batte velocemente. Il cameriere si allontana con il carrello con dentro lo champagne. Dall'imbarazzo,distolgo lo sguardo e seguo con la coda dell'occhio il sommelier che stava aprendo la porta della cucina.
Non ho mai incrociato i suoi occhi azzurri così da vicino.
<< Jass... ma a cosa brindiamo?>>risposi arrossendo.
<< A te, mia dolce Benny! Brindiamo anche al nostro primo appuntamento. >>ribatté sicuro.
Il mondo mi stava candendo addosso e il cuore batteva così forte da che lo sentivo in gola. Jass si alzò e con un cenno della mano portò in alto il calice, lo avvicinò a me intrecciò il mio braccio impietrito. Bevemmo, cioè lui bevve, io mi limitai a tracannare tutto d'un sorso lo champagne e con una smorfia infastidita.
Si notava il mio imbarazzo, ma che mi importava se in quel momento avevo la possibilità di rimanere con il mio idolo. Pensandoci bene, perché ero da sola con lui???
Mi sorrise e notai che la mia goffaggine aveva un lato positivo, ma che ci potevo fare se ero maldestra anche nelle espressioni e nel rapportarmi con le persone.
Ricambiai il sorriso, l'atmosfera romantica e l'essere a un pelo dal suo naso mi faceva dondolare dall'emozione. Attenzione Benedetta! Tutto ciò è assurdo e irreale...
...ma a me non importava, stavo vivendo il momento!
D'un tratto Jass accarezza le mie guance, io arrossisco e mi lascio andare, il bacio che tanto aspettavo stava per realizzarsi quando....
...La porta della cucina si apre rumorosamente, Jass si volta e posa il bicchiere sul tavolo. Arrivano quattro camerieri con quattro vassoi,ricolmi di cibo. Dispongono tutto sul tavolo in sincronia e tre di loro vanno via.
Con orrore mi accorgo che l'unico cameriere rimasto è il belloccio moro che ho incontrato al firma-copie. Dalla rabbia stringo un lembo della tovaglia bianchissima, lui scopre l'unico vassoio coperto e:
<<Signori! Ranocchiette. Buon appetito!>> disse con schiettezza e ridendo a perdifiato.
Ero furibonda! Cercai di alzarmi per andare via, ma non mi ero resa conto che stringevo ancora nel pugno la tovaglia e quando me ne accorgo è troppo tardi. Il disastro è fatto... tutte le portate cadono dal tavolo.
L'odioso muretto rideva a più non posso piegato in due e ora se la rideva di gusto anche Jass. Che delusione....
Stavo per andare via, quando scivolo sul sugo della pasta e cado ai piedi del tavolo a testa in giù. La botta mi fa perdere i sensi e tutto intorno a me è sfocato, tra le risate e la puzza di candele, odo un* DRIG DRIIIN*.
Era tutto un sogno o meglio un incubo.
La sveglia stava suonando già da un bel po' e mi trovavo a terra aggrovigliata fra le lenzuola del mio letto, mi sarò agitata nel sonno.
Quella sera avevo dormito nel salone, e quando riuscì a liberarmi dalla morsa delle lenzuola vidi la nonna.
Il profumino che sentivo nel sogno era l'incenso dei suoi stecchetti indiani che usava per meditare. Ogni mattina non inizia la giornata senza che non faccia "Il saluto al Sole". A volte penso che non sia di questo pianeta. Accanto a me corre subito quella palla di pelo rossa.
<<Arggghhh! Mafaldaaaaaa non mi leccareeee!>> gli urlai indispettita.
<<Buongiorno,raggio di Sole. Sono le sette e mezza e stai per fare tardi a scuola>> allegra e senza scomporsi nella sua posa mi sussurrò.
<<Cavolo!Nonna potevi svegliarmi...>> ribattei mentre racimolavo tutti i pezzi dei miei vestiti sparsi per la stanza.
<<Dormivi così bene... mai interrompere un sogno di una giovane donna>>
e con grande pacatezza, mi salutò con un gesto della mano mentre in fretta e furia scappavo via.
Mentre scendevo le scale, le parole della nonna mi rimbombavano nella testa:"Mai interrompere un sogno di una giovane donna". Che cosa intendeva? Il mio è stato un incubo... e poi in realtà questa giovane donna ancora non ha un sogno. Jass è il mio idolo, certo! Ma non è il mio sogno.
 4. Vita monotona

La campanella che preannunciava la fine della ricreazione era suonata da circa cinque minuti. China sul lavandino del bagno della scuola, Benny si sciacquava la faccia. La sua immagine riflessa nello specchio sbiadito non le piaceva, tentava sempre di non guardarsi. 
Ormai tutte le ragazze erano nelle loro classi, e in bagno è rimasto solo un polverone di fumo di chi di nascosto ha tentato di fumare una sigaretta per il puro gusto di sembrare più grandi o di trasgredire le regole dell'istituto. Con il dorso della mano sfregò il naso, nel vano tentativo di rimuovere le lentiggini. Si tolse l'elastico dai lunghi capelli rossi e si rifece la coda di cavallo lasciando sulla fronte la frangia spettinata.
Stava ancora pensando al sogno di stanotte, e cercava di capire il perché della presenza del ragazzaccio del giorno prima.  
<< Mah! Questo sogno mi ha rovinato la giornata, mi son svegliata indispettita! Toh! Guarda questa frangetta... tutta arruffata. >>  Disse cercando di sistemarsela con l'acqua bagnata, poi guardò l'ora sul suo smartphone velocemente sgattaiolò in classe.
Già sapeva che una volta giunta in classe la professoressa di Latino l'avrebbe rimproverata:
"Sono sicura che quella brutta megera è dietro la porta pronta a dirmene quattro!"  pensò.
- << Signorina Fortini!>>
"Ti pareva... uuuh che noia!" Sbuffò.
 - << Ce la prendiamo comodo? Vuole anche portare a spasso il cane? Vada a prendere posto>>
- <<Si, mi scusi prof.ssa Falco. Subito!>> Mentre sgattaiolava al suo posto.

domenica 13 gennaio 2019

The last ship

Vorrei salpare dal mio porto sicuro e navigare in acque mosse. Conoscere nuovi porti, vedere nuove facce.
Non vorrei mai smettere di sognare e fare tutto sempre con la stessa testa da bambina, sperare sempre nella positività.
Poi ricordo il mio porto sicuro e la mia ultima nave e l'ansia dell'ultimo viaggio mi sobbalza al cuore.



lunedì 10 settembre 2018

Giuseppe Garibaldi l'eroe dai due volti


Giuseppe Garibaldi,  Sbarco a Marsala (Spedizione dei Mille)
Dipinto del 1861 di  Girolamo Induno
Museo Nazionale del Risorgimento (Torino)


Non c'è città e paese italiano privo di una piazza, di una via, di un corso a lui intitolato.

Nessun nome più del suo riassume l'intero Risorgimento, il processo storico dal quale trasse vita lo Stato italiano, così come lo conosciamo oggi. Probabilmente l'uomo più elogiato e scolpito del paese.

Chi fu in verità Giuseppe Garibaldi?

In base alle fonti storiche possiamo dire che fu un generale noto con l'appellativo  di "Eroe dei  due mondi" per le sue imprese militari compiute dalle Americhe all'Italia, attraverso l'Europa continentale. Fu un condottiero e patriota italiano, uomo fiero e di principi saldi. Garibaldi rappresentò, nell'Europa dell'ottocento, l'incarnazione dell'eroe popolare: acclamato dalle folle, seguito dai compagni, amato dalle donne e ovunque il suo nome giungesse significava l'idea di lotta per la libertà e per i diritti. 

Ciò si evince dalle parole del proclama di Calatafimi (1860) emanato durante l'impresa dei mille dopo lo sbarco a Palermo per conquistare il Regno delle due Sicilie. Garibaldi promette la libertà e invita  i suoi soldati a combattere per lui <<Soldati uniamoci in difesa della libertà, Faremo l'Italia Unita>>

Ma quale libertà promette Garibaldi, come la vuole ottenere?

A questa domanda posso rispondere  con il proclama del generale garibaldino Nino Bixio, Randazzo 12 agosto 1860 che si dichiara pronto ad attuare una repressione nel Bronte (Catania) con arresti e fucilazioni in massa per agitazioni contadine che si erano accese in tutta la Sicilia in quei giorni: << Con noi poche parole: o voi rimanete tranquilli o noi, in nome della Giustizia e della Patria nostra, vi distruggiamo come nemici dell'umanità. Gli assassini e i ladri di Bronte sono stati severamente puniti, voi lo sapete!>>

Io pendo che Nino Bixio imponendo la libertà con la forza ai contadini e Garibaldi non mantenendo le promesse, li abbiano molto delusi. Tutte queste violenze sono state citate anche da grandi letterati: come Giovanni Verga nella novella "Libertà", in cui descrive la rivolta nel paese.

Lo stesso Garibaldi in una lettera del 1868 ad Adelaide Cairoli, così parlava delle conseguenze della sua impresa: <<Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio.>>

E' evidente che anche Garibaldi si rese conto delle atrocità compiute.

Nei decenni subito a ridosso dell' Unità per opera dei vincitori, si rafforzò il mito del Risorgimento, in questo clima si delinearono gli schieramenti politici della nuova Italia (La Destra Storica e la Sinistra monarchica-costituzionale).

Come dice Franco Della Peruta <<Garibaldi divenne così nell'immaginario collettivo la personificazione delle virtù migliori dell'umanità, l'essere invincibile e immortale che riempie i libri scolastici e fiction televisive>>.

I"fan" eccessivi di Garibaldi hanno fatto di lui un' immagine odiosa dell'eroe senza macchia e senza paura.

Se invece volessimo  pensare al Garibaldi come "predatore" diremmo che è stato un mercenario bravo a saper cogliere l'attimo fuggente e valutare da che parte andarsi a collocare.

Io posso dire che nessuno si può liberare dalla propria storia, neanche l' Italia, abbiamo costruito una serie di miti che ci impediscono a volte di essere liberi nei nostri giudizi. Invece dovremmo studiare che cosa sia successo realmente, per avere un' idea chiara sulla realtà odierna e essere più liberi nei nostri giudizi; solo così possiamo capire la nostra storia non modificandola arbitrariamente.

domenica 9 settembre 2018

Il Pietrificatore

Girolamo Segato nacque a Firenze nel 1792. Ma chi fu in realtà?
C'è chi lo considera un artista, un alchimista, uno scenziato... Fu chiamato IL PIETRIFICATORE; Il suo intento era quello di riuscire a conservare il corpo umano. Riuscendo a raggiungere risultati strabilianti!



Questa testa è interamente originale, a parte gli occhi, ma i tessuti, i denti e i capelli sono mantenuti tutti bene.
Grazie alla sua misteriosa formula per la pietrificazione dei tessuti molti reperti che la trattano sono ancora intatti. Non ha mai rivelato la sua formula e i ricercatori non sono stati in grado di scoprirla. Nella sua preparazione applicava il metodo sperimentale, cioè provava e riprovava fino ad ottenere il risultato voluto.


Questa è una delle sue opere più nota e interessante. All'apparenza puo sembrare un semplice tavolino di legno intarsiato. In realtà quello che a prima vista puo apparire come legno lavorato sono pezzi di tessuti e organi umani. Gli studiosi hanno potuto riconoscere in questi: ghiandole, ossa e reni. E ancora oggi è rimasto intatto.

Nel corso della sua vita ebbe la fortuna di poter partecipare a diverse spedizioni in Egitto, la prima iniziata nel 1818. E come non poteva rimanere colpito dal metodo degli antichi egizi di preservare il corpo umano, la mummificazione.


Questo busto di donna lo ha definito per eccellenza con l'epiteto di "IL PIETRIFICATORE".
In effetti sembra un pezzo di marmo lavorato dai più abili scultori. In realtà nei suoi preparati non c'è traccia di siliceo, ha mantenuto le caratteristiche della pelle.



Questo campionario veniva portato in giro poiché il problema di Segato (come tanti artisti dell'ottocento), era il mecenatismo; Cioè doveva trovare qualcuno che potesse apprezzare la sua opera e dargli da vivere perché potesse continuare la sua ricerca.
Il risultato assolutamente stupefacente è la fetta di salame toscano che mantiene ancora la sua freschezza, i pezzi di grasso e gli acini di pepe. Niente è andato perduto non c'è stato deterioramento.

Dove si procurava i corpi?
All'epoca i tabù e le inibizioni legate alla dissezione erano cessati. A parte pezzi di anatomici di animali facili da procurarsi, aveva accordi con cimiteri, oppure volontari che si presentavano da lui.
Si favoleggiava che Segato avesse pietrificato il pene di Napoleone perché il cadavere di Napoleone fosse privo di pene. Infatti tra le sue opere c'è un pene e una vagina pietrificata che mantengono ancora intatti i colori.
Tra i le varie parti anatomiche ci sono, teste, feti di bambini, parti anatomiche volutamente pietrificate che servivano per lo studio degli studenti di medicina.
Negli ultimi anni ebbe tentativi di rapina al suo laboratorio, per questo motivo decise di distruggere tutti gli appunti in cui aveva descritto il suo metodo. Per cui nulla di scritto è rimasto a riguardo. Infatti sulla tomba di Segato c'è scritto: "Qui giace disfatto Girolamo Segato da Belluno che vedrebbe-si intero pietrificato se l'arte sua non moriva con lui"

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lunedì 19 febbraio 2018

Per me è importante

Certe canzoni  arrivano al tuo orecchio all'improvviso dopo lunghi anni. Questa né è un esempio!
Chi lo avrebbe detto mai che un giorno a distanza di anni mi sarebbe riapparsa nella mente all'improvviso senza un preciso motivo. 



Un testo bellissimo e pieno di significato, chi non si è mai trovato in una situazione di incomprensione.

Le incomprensioni sono così strane
Sarebbe meglio evitarle sempre
Per non rischiare di aver ragione
Che la ragione non sempre serve
Domani invece devo ripartire
Mi aspetta un altro viaggio
E sembrerà come senza fine
Guarderò il paesaggio
Sono lontano e mi torni in mente
T'immagino parlare con la gente
Il mio pensiero vola verso te
Per raggiungere le immagini
Scolpite ormai nella coscienza
Come indelebili emozioni 
Che non posso più scordare
Il pensiero andrà a cercare
Tutte le volte che ti sentirò distante
Tutte le volte che ti vorrei parlare
Per dirti ancora che sei solo tu la cosa che per me importante
Che per me è importante
Mi piace raccontarti sempre
Quello che mi succede
Le mie parole diventano nelle tue mani
Forme nuove e colorate
Note profonde mai ascoltate
Una musica sempre più dolce
Il suono di una sirena
Perduta e lontana
Sembrerà di viaggiare io e te
Con la stessa valigia in due
Dividendo tutto sempre
Normalmente
Il mio pensiero vola verso te
Per raggiungere le immagini
Scolpite ormai nella coscienza
Come indelebili emozioni 
Che non posso più scordare
Il pensiero andrà a cercare
Tutte le volte che ti sentirò distante
Tutte le volte che ti vorrei parlare
Per dirti ancora che sei solo tu la cosa che per me importante
Che per me è importante
E il pensiero andrà a cercare
Tutte le volte che ti sentirò distante
Tutte le volte che ti vorrei parlare
Per dirti ancora che sei solo tu la cosa che per me importante
Che per me è importante

martedì 26 dicembre 2017

Friendzone

Curioso come ancora oggi gli uomini si rapportino con il sesso femminile cercando solo di conquistarlo. Ebbene sì! Negli anni novanta la Friendzone veniva cantata da Max Pezzali nel suo gruppo "883".
<<Maschietti dovreste dar retta a Pezzali ...beccatevi sta canzone!>>